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martedì 13 gennaio 2015

Trofeo raidlight Traversara (RA) Ultramaratona sul Lamone



Nella nebbia
Stupore!
Ognuno sta solo:
un albero non sa dell’altro,
ognuno è solo. (H. Hesse)

…E cosi domenica mattina 11 gennaio, alle 4.35 del mattino, in una Pescara deserta e sonnacchiosa ci siamo ritrovati in 4, io, Amedeo, Fabrizio e Giampaolo, rinchiusi in una Punto bianca a metano, a spararci 630 km (tra andata e ritorno) da Pescara a Traversara di Bagnacavallo, nel ravennate, in Romagna, per la Ultramaratona di Bagnacavallo, organizzata dall’amico di tutti noi, che risponde al nome di Enrico Vedilei! Si chiama Ultramaratona della Pace! Già da Pesaro, noi poveri runners del centro Italia,  siamo stati accolti da un nebbione di quelli seri, di quelli che si tagliano col coltello. Un po’ titubanti, verso le 8 arriviamo a Traversara. In strada nessuno. Solo nei pressi della chiesa, all’interno di un bar e di un circolo, s’aggirano in strada dei runners. Capiamo di essere arrivati.
Lasciato il calduccio della macchina veniamo accolti da un freddo siberiano e da un umidità da record del mondo. Madonna che freddo! Ma siam proprio fuori nel pensare di voler correre una ultra un queste condizioni!?
Per fortuna, dentro il circolo ben riscaldato si stava meglio e li ci siamo preparati per partire. L’illusione di godersi il calduccio è durata a poco perché una solerte vecchietta ci ha richiamato all’ordine: “forsa ragassi che si parte di là, a dusent metr pù in su, davanti al cimiter!”
Quei pochi minuti in attesa della partenza sono stati micidiali, pareva di essere nudi in un frizer, che freddo!

Finalmente si parte: dopo poche centinaia di metri di asfalto, attraverso ripide scalette siamo arrivati sull’argine del fiume lamone. Un bel sentiero in terra ed erba, a volte comodo, a volte no, sul quale io e il mio compagno di avventura Fabrizio decidiamo di correre attorno ai 5/km.


A parte i primi, che sfrecciavano velocissimi, gli altri che ci precedevano non erano molto distanti da noi. Per quanto ci riguarda io e Fabrizio non abbiamo dato attenzione a niente e nessuno, stando più attenti a dove mettevamo i piedi che ad altro. Dopo il ristoro del 5° km c’era la prima discesa ( con conseguente risalita), subito seguita da una seconda.
Arrivati al capolinea, dopo circa 7/8 km, si tornava indietro per lo stesso percorso.

Uno, due, tre giri, corsi sempre in media costante fino al 39° km, poi chiusura in progressione fino al traguardo posto al 44.5 km. 


Bell’allenamento, bella gara, belle sensazioni. Finita qui? No! Io ho proseguito per altri 3 km di scarico, per un totale di 48 km corsi!


Dopo una rigenerante doccia semighiacciata, (il boiler non riscaldava) ci siamo uniti agli atri runners per il ristoro finale. Tutto buonissimo: piattone di tagliatelle al ragù, salumi con piadina e squacquerone e dolcetti finali!

Una trasferta cominciata alle 03.45 del mattino e conclusasi alle 18 della sera. Esperienza dura e faticosa, ma che ti lascia ricordi, emozioni e soddisfazioni che, che, che… ma che te lo dico a fa!!!! Grazie a Fabrizio, Amedeo e Giampaolo per averla condivisa con me.


1 commento:

Marco Santozzi ha detto...

Gran 'allenamento' in condizioni difficili! Bravo!